A Tortoreto una folla commossa ai funerali del 12enne. Il feretro per l’ultima volta allo stadio Pierantozzi, poi in chiesa tra i palloncini e le note di Jovanotti: sulla bara la maglia della sua squadra
TORTORETO – Voleva fare il calciatore, Edoardo. E gli piaceva stare con la squadra, i compagni: quelli stessi che questa mattina hanno circondato il feretro del 12enne, a proteggerne l’ultimo viaggio tra la gente di Tortoreto, che ha seguito il funerale in un silenzio mesto e commosso. La maglietta biancazzurra del Tortoreto ha coperto la bara e starà per sempre con lui. Prima della funzione religiosa, il carro funebre è entrato nello stadio Pasqualino Pierantozzi, a poche centinaia di metri da casa di Edoardo, dove si è consumata la tragedia.
Nelle parole di padre Roland Kuszka, la raccomandazione ai giovanissimi presenti nella chiesa di Santa Maria Assunta, al Lido, a parlare, a comunicare con gli altri, a confidarsi e trovare conforto dallo scambio di esperienze. Lo ha detto davanti ai sindaci di Tortoreto e Alba Adriatica, e al comandante della Compagnia carabinieri di Alba, il maggiore Gianluca Ceccagnoli, la cui sensibilità ha spinto ad esserci, dopo aver vissuto da vicino, per via del suo lavoro, questa immane disgrazia E tantissimi, madri e padri, hanno provato a immedesimarsi nel dolore di quella coppia di genitori, Adina e Madalin, e di quei nonni, tutti sconvolti dal passaggio di un fulmine nella loro famiglia, e che hanno sperato in un miracolo per quattro lunghi giorni e hanno avuto la forza e la grandissima dignità di dire affinché Edoardo lasciasse il suo ultimo dono su questa terra, aiutando a vivere altri tre ragazzi
Edoardo non c’è più ma l’invito a non dimenticarlo, e restare aggrappati al ricordo di quella simpatia di cui tanti ci hanno parlato, è stato lanciato forte e chiaro dagli altoparlanti della chiesa gremita di gente. A lui, l’abbraccio fortissimo e il buon viaggio di una comunità intera, che ha ascoltato le note di ‘A te’ di Jovanotti e seguito in cielo il volo dei tanti palloncini bianchi e azzurri: ciao Edoardo, piccolo grande Angelo.